Il sangue dei fratelli
Italici contro romani, aristocratici contro populares
DESCRIZIONE LIBRO
Romanzo d’avventura, ambientato al tempo delle guerre civili tra Mario e Silla, un’epoca senza onore, a detta degli stessi Romani. Col sostegno degli eserciti, popolari e aristocratici si alternano al governo. Il vincitore di turno massacra gli sconfitti e non ne permette la sepoltura, lasciando i cadaveri a marcire nelle strade.
Nella famiglia aristocratica di Tito Livio Druso si sviluppa il rapporto conflittuale tra due ragazzi, due fratelli. Marco è figlio del dominus e della moglie legittima, Fausto del dominus e di una schiava. I due si somigliano moltissimo, ma uno è il padrone e l’altro è il suo schiavo.
In una notte di disordini una folla inferocita, al soldo dei popolari, attacca la casa di Tito Livio Druso, che reagisce prontamente, mette al sicuro il figlio legittimo e affronta la folla che vuole linciarlo tenendo per mano il piccolo Fausto, del quale non gli importa nulla, spacciandolo per il suo erede. Gli aggressori, davanti al bambino inerme, hanno qualche attimo di esitazione, che permette al vicino di casa Lelio, pur se legato ai popolari, di irrompere sulla scena con la sua scorta armata e disperdere la folla.
Dal successo di questa notte il piccolo schiavo Fausto diventa l’alter ego di Marco, che si serve di lui per tenere a distanza ogni fastidio, mentre il conservatore Tito Livio Druso e il popolare Lelio stipulano un’alleanza matrimoniale col fidanzamento di Marco e Lelia, nel tentativo di proteggersi reciprocamente e superare indenni le proscrizioni.
Ma, anche se Lelio lo protegge, i popolari uccidono Tito Livio Druso per la sua stessa imprudenza. Marco viene mandato per qualche anno a Rodi, ufficialmente per formarsi come oratore, in realtà per sfuggire ai rischi della guerra civile. Fausto lo accompagna e lo salva da molte situazioni incresciose, poiché Marco, forte dei soldi di Lelio, si concede tutti i piaceri, finché viene adocchiato da un gruppo di studenti che lo derubano con dadi truccati e lo istigano violentare una ragazza onorata.
Marco è costretto a fuggire precipitosamente da Rodi. La nave viene attaccata dai pirati, che intendono chiedere un riscatto per il futuro genero del ricco Lelio, e Marco mette in pericolo la vita dell’intero equipaggio per la sua inettitudine. E’ troppo: Fausto lo uccide in una lite furibonda nella stiva.
In questo modo ha distrutto la possibilità di un grande guadagno per i pirati, che, se ne avessero sentore, lo ucciderebbero tra efferate torture. Per salvarsi, mentre la nave sta andando a fuoco, Fausto si infila al dito l’anello di Marco e si presenta ai pirati spacciandosi per il giovane nobile, approfittando della grande somiglianza.
Da questo momento ha origine una serie di equivoci e Fausto non riesce più a liberarsi della finzione che ha creato. Lelio paga il riscatto, ma al ritorno in Italia è difficile per Fausto combattere da ufficiale nella guerra civile e trattare alla pari con Silla, Catilina e Metello. Inoltre, anche se sono passati gli anni, è penoso per lui fingere con la famiglia, con la fidanzata Lelia e soprattutto con l’attrice amante di Marco.
Nel frattempo arriva la grande sorpresa: Fausto riceve delle lettere, qualcuno conosce la sua identità e lo ricatta. Gli scrive che al momento si diverte a giocare al gatto e al topo con lui, guardandolo dibattersi nel terrore di essere denunciato, ma gli promette che gli farà rimpiangere amaramente quello che sta facendo.
Fausto avrebbe ormai la possibilità di fuggire, ma la sua onestà glielo impedisce, poiché le due famiglie legate dal patto matrimoniale si rimettono a lui per la difesa contro i seguaci di Silla, che uccidono il popolare Lelio e vogliono procedere alle confische.
Ora solo il coraggio e l’astuzia possono aiutare Fausto a smascherare e neutralizzare il nemico nell’ombra.
Dalla quarta di copertina
[…] con la sua scrittura tesa e precisa come la parabola di un dardo Emma Pomilio ci conduce nei luoghi della Roma antica, che sono quelli del Foro con i suoi retori e dei vicoli della Suburra con le sue prostitute bambine, ma sono anche e soprattutto i luoghi della mente e dell’anima, dove lo scontro tra la difesa della tradizione e la lotta per la libertà infiammava i fratelli contro i fratelli, incendiando le città del Mediterraneo in un rogo che ancora non è spento.
Idea da cui è nato il romanzo.
La vicenda di Fausto si ispira a episodi reali. Spesso gli schiavi si sono fatti passare per liberi, eventualità che i Romani temevano profondamente. A Roma i liberi e gli schiavi dovevano essere divisi da una barriera impenetrabile, che serviva ad allontanare lo spettro della schiavitù dai liberi e a evitare che gli schiavi potessero fingersi liberi. A volte la barriera ha ceduto. E’ successo che alcuni uomini liberi fossero tenuti in schiavitù a causa di errori giudiziari o rapimenti – è questa l’idea di fondo del film Il gladiatore. Tiberio ordinava periodicamente delle incursioni negli ergastula alla ricerca di liberi rapiti e ridotti in schiavitù. Al contempo, alcuni schiavi, fingendosi liberi, riuscirono ad accedere a cariche importanti, come un tale che diventò centurione sotto Domiziano e un altro che diventò pretore. Tacito racconta nel libro secondo degli Annali la storia di Clemente, schiavo di Agrippa Postumo che somigliava molto al suo padrone. Dopo l’assassinio di Postumo, sembra per ordine di Livia e Tiberio, Clemente si fece crescere barba e capelli per aumentare la somiglianza con Postumo e tentò di farsi passare per lui, al fine di innescare una rivolta popolare contro Tiberio.
Altre Edizioni
Il sangue dei fratelli
Il sangue dei fratelli fa parte della collana Il romanzo di Roma curata da Valerio Massimo Manfredi ed è stato ristampato negli Oscar Bestsellers nel 2012.
Il Sangue dei fratelli nella collana Enigma di Fabbri Publishing 2015, serie di 60 romanzi storici dedicati al mistero, al giallo, al thriller.
In allegato al Corriere della sera, nella collana: Storia come romanzo.
Corriere Store - Vol. 10
✤ Una mia presentazione del libro su Thriller Magazine.
✤ La recensione di Valeria Bellobono